"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto." (Italo Calvino)
Benvenuto, Ospite
Nome Utente Password: Ricordami

Paradise City - Fuori Concorso
(1 Online) (1) Ospite
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3

ARGOMENTO: Paradise City - Fuori Concorso

Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 11:55 #14240

Ve l'avevo promesso: l'idea c'era ma non sapevo come svilupparla. Per sfortuna sono in ritardo di un giorno e mezzo ma meglio di niente

Ogni feedback sarà il ben accetto.

P.P.

Da qualche parte nella cittadina di F. c’è una stanza buia. Non potrebbe essere altrimenti visto che sono le sei del mattino di una piovosa giornata di Dicembre. Gli scuroni serrano completamente le finestre della camera da letto conferendo alla stanza un aspetto tranquillo e pacifico, come un sistema isolato dove non un filo d’aria o di luce può entrare oppure uscire, apparentemente. Sul letto riposa un uomo. Le spalle rivolte alla porta. Osserva sveglio la finestra chiusa ma non la può vedere; diciamo che osserva il punto dove sa perfettamente che la finestra apre la stanza verso il mondo esterno.

“Toc, toc” un suono sordo alle spalle dell’abitante della camera. Qualche isante di silenzio. Due nuovi colpi alla porta seguiti da una voce impostata, quasi solenne, che preannuncia l’entrata in stanza di uno straniero. L’uomo steso non muove un muscolo ma non è paura né accidia la sua. Si accende un globo luminoso nel cielo.

« Salve Kevin » queste sono le parole che seguono il suono dell’apertura dell’uscio; quest’ultimo non ha prodotto rumore mentre la seguente chiusura della porta ha creato un leggero riverbero all’interno della camera da letto. Kevin non s’è mosso nemmeno questa volta. Il nuovo personaggio della nostra scena avanza a piccoli passi verso la figura distesa. Con metodo si avvicina piano, come se fosse un rituale. Resta in piedi qualche attimo squadrando attraverso gli occhiali l’uomo disteso a pochi metri da lui. Avvicinatosi ulteriormente afferra una sedia e si dispone su uno dei due lati del letto, quello lungo.

« Kevin? » la domanda cade nel vuoto. L’uomo disteso sembra essere un fantoccio tanto è fermo. L’intruso ne osserva la schiena, all’altezza dei polmoni. Un dubbio nasce nella sua testa ma non lascia che questo pensiero rimanga ipotetico a lungo. L’uomo sdraiato viene afferrato sulla spalla con decisione. Seguono un paio di strattoni. A quel punto Kevin ruota il collo e notata una presenza compie lo stesso movimento con il busto e le gambe. Ora osserva il suo interlocutore. Lo sguardo è spento.

Con malcelato orgoglio l’intruso estrae un taccuino e lo mostra impaziente a Kevin. Non gli importa di esserse piombato in quella stanza alterando il sistema. Gli importa ancora meno che l’uomo di fronte a lui non risponda nulla: se lo aspetta, in qualche modo, nonostante la domanda. Ciò che gli interessa veramente è muovere quella raffica di foglietti che vengono fatti turbinare davanti agli occhi di Kevin. I foglietti contengono delle scritte a penna molto spigolose, non decifrabili. Kevin torna a guardare l’interlocutore dopo pochi istanti, l’espressione non è affatto cambiata per tutta la durata di quella intrusione.

« Si tenga forte: ho fatto una scoperta che aiuterà a riportarla qui. E’ stato via a lungo, tanti e tanti anni, ma ora siamo pronti a riportarla nel mondo. Dagli studi effettuati con i miei colleghi abbiamo finalmente potuto capire qual è il suo problema. Lei soffre di uno stato di sonno catatonico. E’ per questo che non parla mai, perché il suo cervello le indica che lei dorme mentre lei è sveglio. Non è incredibile? Pensavamo a un disturbo di un altro tipo, invece lei è solo in forte stato catatonico. Oh, è magnifico! »

Kevin non muove un muscolo come di consueto. Il dottore lo osserva senza sorpresa. Continua a cercare un contatto con il paziente solo perché è abituato a fare così. La logica imporrebbe di evitare qualsiasi interazione con una persona catatonica. Poco importa.
L’impasse viene spezzata solo qualche minuto dopo. Lo fa l’intruso quando, osservato l’orologio e notata l’ora, si alza dalla sedia riportandola in pochi attimi vicino alla scrivania, gira le spalle al maato e si avvia verso la porta. Bussa due volte. La porta si apre.

« La sveglierò Kevin e poi potrò lasciarla andare, non è giusto che lei stia qui dentro. »
Kevin torna ad osservare il punto dove la finestra ora è illuminata dal bulbo. Afferra un blocco di carta e scrive.

"E’ successo di nuovo. Non capisco come sia possibile ma è successo di nuovo. Il silenzio per me è l’unica via anche perché non saprei come interagire. Anche oggi come giorni addietro la mia percezione è stata messa a dura prova. All’improvviso sono stato preso per una spalla e sono stato posto davanti a una strana entità. Non so bene come descriverla ma non era diversa dalle altre entità che mi hanno aggredito nei mesi scorsi. Mi sforzerò provando a darvi una descrizione: non è né più e né meno di un enorme forma rotonda posta su di un parallelepipedo. Da questo si apre ad intervalli irregolari un foro dal quale escono delle linee e dei punti. Le linee ed i punti corrono verso di me e rimbalzano per tutta la stanza, permeandola a tratti per poi sparire. Ogni tanto un punto colpisce qualcosa ma non scompare: diviene sempre più piccolo, cambia di colore, cambia di forma e poi si dilegua. Sono molto spaventato e l’unica alternativa è quella di non dare segni di vita. Mi manca Dora, la mia amata Dora. Ma forse è un bene, anche lei ultimamente era mutata in qualcosa di mostruoso, di indescrivibile. Ricordo l’ultima volta che la dipinsi, quando ancora i due mondi nei quali ho vissuto erano sovrapposti. Dora se ne stava seduta su di una sedia, che oltre al suo vestito giallo e nero era l’unico punto di contatto con il mondo reale. L’Espressione austera però si impastava con questo mondo geometrico tanto che sono stato costretto a disegnarla con mani composte da piccoli quadrati e con due visi: la metà destra quasi umana, quella sinistra geometricamente imperfetta.Quel quadro rappresenta il mio passaggio da un mondo all’altro. Non sono sicuro che riuscirò più a tornare indietro."

Se poteste osservare il taccuino notereste che non vi sono scritte, ma solo forme geometriche imperfette e sovrapposte. Quasi un disegno. Kevin, che nel messaggio si firma Pablo, è disteso nella consueta posizione. Il taccuino ha un’intestazione stampata: “Ospedale psichiatrico Paradise City”.
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 14:25 #14243

Oggi ho imparato cos'è lo scurone. A palermo non esistono, ci sono le persiane. Li avevo visti a padova e nelle zone limitrofe...o nel bolognese, ma non ne conoscevo il nome.
  • scarpax73
  • Offline
  • Premio Pulitzer
  • Messaggi: 589

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 14:29 #14244

scarpax73 ha scritto:
Oggi ho imparato cos'è lo scurone. A palermo non esistono, ci sono le persiane. Li avevo visti a padova e nelle zone limitrofe...o nel bolognese, ma non ne conoscevo il nome.


Sono simili dai

Un commento un pelo più inerente al racconto si può chiedere?
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 14:52 #14245

steve_vai_it ha scritto:
scarpax73 ha scritto:
Oggi ho imparato cos'è lo scurone. A palermo non esistono, ci sono le persiane. Li avevo visti a padova e nelle zone limitrofe...o nel bolognese, ma non ne conoscevo il nome.


Sono simili dai

Un commento un pelo più inerente al racconto si può chiedere?


Sono simili ma le persiane hanno un meccanismo che premette di fare entrare la luce pur rimanendo coi battenti chiusi...che è una bella differenza.

L'idea mi è piaciuta. Il malato mentale che vede le persone che lo circondano come delle figure geometriche mi ricorda crti disturbi descritti da Sacks. Hai letto qualcosa? Il fatto che si creda aggredito da strane entità è un bel tocco.
Mi piace il fatto che il racconto sia diviso in due parti nette. La visione del dottore e la visione del malato, anche se ci sono eventi che fanno presagire un'anomalia...si accende un globo luminoso nel cielo.

Appena posso ti scrivo il resto. Sono fuori col cell.
  • scarpax73
  • Offline
  • Premio Pulitzer
  • Messaggi: 589

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 15:03 #14246

scarpax73 ha scritto:
steve_vai_it ha scritto:
scarpax73 ha scritto:
Oggi ho imparato cos'è lo scurone. A palermo non esistono, ci sono le persiane. Li avevo visti a padova e nelle zone limitrofe...o nel bolognese, ma non ne conoscevo il nome.


Sono simili dai

Un commento un pelo più inerente al racconto si può chiedere?


Sono simili ma le persiane hanno un meccanismo che premette di fare entrare la luce pur rimanendo coi battenti chiusi...che è una bella differenza.

L'idea mi è piaciuta. Il malato mentale che vede le persone che lo circondano come delle figure geometriche mi ricorda crti disturbi descritti da Sacks. Hai letto qualcosa? Il fatto che si creda aggredito da strane entità è un bel tocco.
Mi piace il fatto che il racconto sia diviso in due parti nette. La visione del dottore e la visione del malato, anche se ci sono eventi che fanno presagire un'anomalia...si accende un globo luminoso nel cielo.

Appena posso ti scrivo il resto. Sono fuori col cell.


Si la differenza la conosco, era per dire che strutturalmente sono più o meno simili.
Dell'autore che hai citato non ho letto nulla, che genere segue?
Aspetto il commento più esteso
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 16:40 #14247

Una domanda: perché hai usato queste espressioni: "Il nuovo personaggio della NOSTRA scena avanza a piccoli passi" e "Se POTESTE osservare il taccuino"?
  • DQ.
  • Offline
  • Scrittore affermato
  • Messaggi: 399

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 17:42 #14248

DQ. ha scritto:
Una domanda: perché hai usato queste espressioni: "Il nuovo personaggio della NOSTRA scena avanza a piccoli passi" e "Se POTESTE osservare il taccuino"?


Perché è come se l'osservatore non fossi solo io che scrivo ma un gruppo di persone che guarda la scena con me.
Non ti quadra?
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 20:12 #14249

steve_vai_it ha scritto:
DQ. ha scritto:
Una domanda: perché hai usato queste espressioni: "Il nuovo personaggio della NOSTRA scena avanza a piccoli passi" e "Se POTESTE osservare il taccuino"?


Perché è come se l'osservatore non fossi solo io che scrivo ma un gruppo di persone che guarda la scena con me.
Non ti quadra?


Quindi siamo osservatori sia noi che tu, sullo stesso livello?
  • DQ.
  • Offline
  • Scrittore affermato
  • Messaggi: 399

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 20:21 #14250

DQ. ha scritto:
steve_vai_it ha scritto:
DQ. ha scritto:
Una domanda: perché hai usato queste espressioni: "Il nuovo personaggio della NOSTRA scena avanza a piccoli passi" e "Se POTESTE osservare il taccuino"?


Perché è come se l'osservatore non fossi solo io che scrivo ma un gruppo di persone che guarda la scena con me.
Non ti quadra?


Quindi siamo osservatori sia noi che tu, sullo stesso livello?


Quasi. Nel macro si, nel micro no. Mi spiego: siamo tutti osservatori (da qui il "NOSTRA") ma non tutti siamo abilitati a vedere le stesse cose. Quella del taccuino è una cosa che vedo solo io da narratore. Perché? Perché alcune cose sono interpretabili mentre altre voglio che vengano direttamente dal mio punto di vista, in modo che non possa esserci interpretazione.
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 20:30 #14251

steve_vai_it ha scritto:
DQ. ha scritto:

Quindi siamo osservatori sia noi che tu, sullo stesso livello?


Quasi. Nel macro si, nel micro no. Mi spiego: siamo tutti osservatori (da qui il "NOSTRA") ma non tutti siamo abilitati a vedere le stesse cose. Quella del taccuino è una cosa che vedo solo io da narratore. Perché? Perché alcune cose sono interpretabili mentre altre voglio che vengano direttamente dal mio punto di vista, in modo che non possa esserci interpretazione.


Non so, è una scelta complicata che non mi convince a pieno. Ad esempio troverei azzeccatissimo far sentire lo spettatore uno spettatore raccontando "The Truman Show", perché lui è effettivamente oggetto di un'osservazione. La troverei altrettanto azzeccata se tu volessi comunicare una sensazione di straniamento, alienazione, dissociazione, schizofrenia (visto che si parla di psichiatria)... ma creare tre livelli di osservazione è una cosa delicata. C'è il soggetto, il dottore che lo osserva, tu che osservi entrambi e noi che "osserviamo" te. Anzi, non osserviamo te ma sei tu a decidere cosa farci vedere e cosa no, platealmente. Non lo so, non mi convince.
Se tu mi avessi risposto "ho fatto così perché in realtà siamo tutti nella stessa condizione del protagonista: costretti a vedere qualcosa" o qualcosa del genere, avrei apprezzato.
  • DQ.
  • Offline
  • Scrittore affermato
  • Messaggi: 399
Ultima modifica: 17/03/2015 20:32 Da DQ..

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 20:35 #14252

Non ci sono tre livelli di osservazione amico modo di vedere ma, se vogliamo, uno e mezzo. Uno è comune a tutti, l'altro è forzato da me. Inoltre non credo che quel "se voi POTESTE" cambi le carte in tavola: puoi sempre utilizzare i miei occhi (metaforicamente parlando) per osservare l'intera scena da un unico piano e punto di vista.
Non so se mi sono spiegato
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 20:49 #14253

steve_vai_it ha scritto:
Non ci sono tre livelli di osservazione amico modo di vedere ma, se vogliamo, uno e mezzo. Uno è comune a tutti, l'altro è forzato da me. Inoltre non credo che quel "se voi POTESTE" cambi le carte in tavola: puoi sempre utilizzare i miei occhi (metaforicamente parlando) per osservare l'intera scena da un unico piano e punto di vista.
Non so se mi sono spiegato


Non so che dirti perché no, non posso utilizzare i tuoi occhi se mi dici chiaramente che tu puoi vedere sul taccuino e io no.
Io vedo una scena con dei personaggi che agiscono, vedo una voce narrante che osserva e noi che creiamo un'immagine sulle sue parole, che decide cosa farci vedere e cosa no. Se non sono 3 livelli di osservazione, sono 2. Ma sono 3 i livelli...non so come definirli, diciamo livelli di azione: azione in scena, azione osservante del narratore, azione immaginifica del lettore.
  • DQ.
  • Offline
  • Scrittore affermato
  • Messaggi: 399

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 20:57 #14254

Ho capito ma io li collasserei in uno e mezzo perché hai modo di *interpetare"* i fatti descritti ma non di "vedere" altro che io non ti faccia vedere.
Questo per me è un livello.
Poi ti forzo a vedere un particolare (il taccuino) dicendoti inequivocabilmente cosa c'è e cosa significa (e questo è l'altro mezzo, che per altro è una parte finale).

Io ho capito che intendi ma credo sia una visione un pelo distorta di quello che in realtà è. Per carità, essendo la visione di una persona "esterna" al racconto, è comunque un punto di vista molto interessante. Infatti non vorrei che la mia fosse interpretata come "portare acqua al mio mulino"; vorrei solo cercare di spiegare meglio una scelta stilistica piuttosto che un'altra.

PS.: certo che puoi usare i miei occhi per leggere i fatti: lo puoi fare e puoi interpretare il tutto fino alla scena finale: da lì in poi voglio costringerli a non sbagliare interpretazione.

Comunque questo spunto di discussione è. Molto interessante. Veramente.
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 21:13 #14255

Ho capito cosa dici ma ho avuto una sensazione di straniamento, più che indirizzamento verso l'impossibilità di fraintendere.

Sono contento che sia interessante, sarà che con questo scambio sono diventato "scrittore in erba" mentre prima ero solo un povero "imbrattacarte". In effetti mi sento diverso...

Comunque ti avrei dato 7,5 che, rispetto al 5 della scorsa tornata, è buona cosa. Soprattutto perché questo racconto lo vedo molto più giusto, l'altro aveva troppe omissioni, questo invece è completo. I 2,5 punti che ti mancano sono per questo dubbio e per la descrizione del protagonista su quel che vede che, secondo me, avresti potuto curare un filo meglio.
  • DQ.
  • Offline
  • Scrittore affermato
  • Messaggi: 399

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 21:30 #14256

DQ. ha scritto:
Ho capito cosa dici ma ho avuto una sensazione di straniamento, più che indirizzamento verso l'impossibilità di fraintendere.


Si, ci può stare come discorso. Lo capisco.

DQ. ha scritto:
Sono contento che sia interessante, sarà che con questo scambio sono diventato "scrittore in erba" mentre prima ero solo un povero "imbrattacarte". In effetti mi sento diverso...


In che senso "scrittore in erba"? Lo fai per professione?

DQ. ha scritto:
Comunque ti avrei dato 7,5 che, rispetto al 5 della scorsa tornata, è buona cosa. Soprattutto perché questo racconto lo vedo molto più giusto, l'altro aveva troppe omissioni, questo invece è completo. I 2,5 punti che ti mancano sono per questo dubbio e per la descrizione del protagonista su quel che vede che, secondo me, avresti potuto curare un filo meglio.


Se il racconto fosse stato di 12.000 caratteri, probabilmente avrei saputo (e ne sono più che certo) come meglio descrivere TANTI aspetti che qui, ahimé, non ho potuto sottolineare.
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 21:36 #14257

steve_vai_it ha scritto:
In che senso "scrittore in erba"? Lo fai per professione?

Se il racconto fosse stato di 12.000 caratteri, probabilmente avrei saputo (e ne sono più che certo) come meglio descrivere TANTI aspetti che qui, ahimé, non ho potuto sottolineare.


Mi riferivo alla mia carriera qui nel forum.

Come ho scritto anche in un altro commento che il 25 pubblicherò: se avresti avuto bisogno di più caratteri, il problema è tuo e della tua idea, non dei caratteri

Ovviamente scherzo, non sono davvero petulante
  • DQ.
  • Offline
  • Scrittore affermato
  • Messaggi: 399

Re: Paradise City - Fuori Concorso 17/03/2015 22:11 #14260

Cosa vuoi che ne sappia Steve dei livelli di questo forum

Appena posso leggo e commento.
  • gensi
  • Offline
  • Vice Presidente
  • Messaggi: 3860
La mia vetrina: www.lulu.com/spotlight/gensi

--------------------------

Fortunatamente, ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio...
[cit. Carmen Consoli - Fortunatamente]

Re: Paradise City - Fuori Concorso 18/03/2015 09:07 #14267

steve_vai_it ha scritto:
scarpax73 ha scritto:
steve_vai_it ha scritto:
scarpax73 ha scritto:
Oggi ho imparato cos'è lo scurone. A palermo non esistono, ci sono le persiane. Li avevo visti a padova e nelle zone limitrofe...o nel bolognese, ma non ne conoscevo il nome.


Sono simili dai

Un commento un pelo più inerente al racconto si può chiedere?


Sono simili ma le persiane hanno un meccanismo che premette di fare entrare la luce pur rimanendo coi battenti chiusi...che è una bella differenza.

L'idea mi è piaciuta. Il malato mentale che vede le persone che lo circondano come delle figure geometriche mi ricorda crti disturbi descritti da Sacks. Hai letto qualcosa? Il fatto che si creda aggredito da strane entità è un bel tocco.
Mi piace il fatto che il racconto sia diviso in due parti nette. La visione del dottore e la visione del malato, anche se ci sono eventi che fanno presagire un'anomalia...si accende un globo luminoso nel cielo.

Appena posso ti scrivo il resto. Sono fuori col cell.


Si la differenza la conosco, era per dire che strutturalmente sono più o meno simili.
Dell'autore che hai citato non ho letto nulla, che genere segue?
Aspetto il commento più esteso


*Oliver Sack è un neurologo e scrittore. Non so se hai visto il film “risvegli” con De Niro e Robin Williams (che interpretava appunto Sacks), Il film è tratto da un saggio di Sacks in cui raccontava di come era riuscito a “risvegliare” dei pazienti catatonici da parecchi anni. In altri saggi Sacks affronta altre malattie neurologiche, fra le quali, se non ricordo male, una in cui un paziente vedeva i volti delle persone scomposti in forme geometriche semplici. Per questo ti chiedevo se avevi letto qualcosa. A prescindere te lo consiglio, soprattutto “risvegli” e e “l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello” editi da adelphi. Sono scritti in modo scorrevole e anche un profano del settore come me li può leggere.
  • scarpax73
  • Offline
  • Premio Pulitzer
  • Messaggi: 589

Re: Paradise City - Fuori Concorso 18/03/2015 09:20 #14268

scarpax73 ha scritto:


*Oliver Sack è un neurologo e scrittore. Non so se hai visto il film “risvegli” con De Niro e Robin Williams (che interpretava appunto Sacks), Il film è tratto da un saggio di Sacks in cui raccontava di come era riuscito a “risvegliare” dei pazienti catatonici da parecchi anni. In altri saggi Sacks affronta altre malattie neurologiche, fra le quali, se non ricordo male, una in cui un paziente vedeva i volti delle persone scomposti in forme geometriche semplici. Per questo ti chiedevo se avevi letto qualcosa. A prescindere te lo consiglio, soprattutto “risvegli” e e “l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello” editi da adelphi. Sono scritti in modo scorrevole e anche un profano del settore come me li può leggere.


Ora che me lo dici questo titolo non mi è nuovo, infatti mi era già stato consigliato da una mia cara amica.
Bene, a questo punto non ho più scuse direi
You have to find what you're really good at and exaggerate it!

Re: Paradise City - Fuori Concorso 18/03/2015 09:51 #14269

steve_vai_it ha scritto:
scarpax73 ha scritto:


*Oliver Sack è un neurologo e scrittore. Non so se hai visto il film “risvegli” con De Niro e Robin Williams (che interpretava appunto Sacks), Il film è tratto da un saggio di Sacks in cui raccontava di come era riuscito a “risvegliare” dei pazienti catatonici da parecchi anni. In altri saggi Sacks affronta altre malattie neurologiche, fra le quali, se non ricordo male, una in cui un paziente vedeva i volti delle persone scomposti in forme geometriche semplici. Per questo ti chiedevo se avevi letto qualcosa. A prescindere te lo consiglio, soprattutto “risvegli” e e “l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello” editi da adelphi. Sono scritti in modo scorrevole e anche un profano del settore come me li può leggere.


Ora che me lo dici questo titolo non mi è nuovo, infatti mi era già stato consigliato da una mia cara amica.
Bene, a questo punto non ho più scuse direi


leggilo, non sai quanto materiale done per eventali racconti.
sto terminando il commento.
  • scarpax73
  • Offline
  • Premio Pulitzer
  • Messaggi: 589
  • Pagina:
  • 1
  • 2
  • 3
Tempo generazione pagina: 0.57 secondi
Copyright © 2024 UniVersi. Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.